Archiviata la settimana di interrogatori, in realtà, per quanto se n’è saputo, non molto fruttuosa, l'indagine sull'omicidio di Luca Sacchi prosegue sull'analisi dei cellulari dei 5 indagati, i 4 ragazzi in carcere e la ragazza della vittima, Anastasia. L’esame del telefonino di Valerio Del Grosso, ritenuto l'autore materiale dello sparo, ad esempio, sta permettendo agli inquirenti di ricostruire gli intensi rapporti che il pusher ha tenuto con complici e clienti, ma anche con persone finora non emerse nelle indagini, persone sentite anche nei momenti immediatamente precedenti e successivi al delitto del personal trainer romano. Se in sede di interrogatori di garanzia nessuno degli indagati, detenuto nel carcere di Regina Coeli, ha aperto bocca, di più potranno dire i loro cellulari e il controllo incrociato tra le loro utenze qualcosa a chi segue le indagini potrebbe averla già detta. 646 tra telefonate e SMS in 2 giorni senza contare le chat, oltre 400 nel solo 23 ottobre, quando Luca Sacchi è stato colpito a morte e questo solamente per quanto riguarda il cellulare di Del Grosso, il ragazzo in carcere con l'accusa di omicidio volontario. Il giovane che col pretesto di vendere 15 chilogrammi di marijuana ad Anastasia e Giovanni Princi voleva portarsi via 70000 euro, peraltro a tutt'oggi spariti. Se le comunicazioni tra i protagonisti di questa vicenda, avvenute prima dell'aggressione, erano circa le 23:20 del 23 ottobre, sono già state definite, altre, con soggetti diversi, mai sentiti fino ad oggi, potrebbero essere oggetto di approfondimenti per chiudere il cerchio sulla rete che in qualche modo potrebbe avere aiutato Del Grosso e il complice Paolo Pirino. Ma anche gli accertamenti tecnici non ripetibili sui telefoni della ragazza della vittima e dell'amico ritrovato potrebbero consegnare elementi nuovi e utili a fare chiarezza a come si è arrivati al 23 ottobre.