Hanno tempo cinque giorni i giudici del Tribunale del riesame per decidere. Con ogni probabilità il provvedimento arriverà a metà settimana, tra mercoledì e giovedì. A quel punto si saprà se Giovanni Princi resterà in carcere a Regina Coeli e Anastasia dovrà continuare a presentarsi in caserma dai Carabinieri tre volte a settimana, o se invece nei loro confronti saranno cambiate le misure restrittive della libertà. La fidanzata di Luca Sacchi e il suo amico sono accusati del tentativo di acquisto di 15 kg di droga, ma contestano le accuse mosse nei loro confronti. “Noi abbiamo contestato sia la misura che chiaramente il fondamento dell'accusa a ogni livello. Riteniamo che la misura sia sproporzionata, iniqua, chiaramente, in questo momento, la misura che gli è stata erogata. Abbiamo chiesto in subordine la misura degli arresti domiciliari, che può benissimo garantire, in attesa del processo, le esigenze cautelari”. “Ci sono delle evidenti distonie nella ricostruzione operata nel provvedimento applicativo su input della richiesta del Pubblico Ministero. Ma questo è tema di indagine, è tema di accertamento da parte dell'autorità giudiziaria ed è tema che per quanto mi riguarda deve rimanere riservato”. Ha rinunciato, invece, al ricorso al riesame l'avvocato di Valerio Del Grosso, il ragazzo in carcere dal 25 ottobre perché ritenuto l'autore materiale dell'omicidio del personal trainer ventiquattrenne romano, che ora, dopo un lungo silenzio, potrebbe finalmente decidersi a parlare con gli inquirenti. “Stiamo continuando a leggere le carte e arriverà il momento che renderà l'interrogatorio”. In udienza la Procura ha poi depositato il verbale dell'audizione di Domenico Costanzo Marino Muñoz, amico di Luca, sentito il 6 dicembre come persona informata sui fatti. Agli inquirenti il ragazzo ha detto di avere percepito che Luca, Anastasia e Princi la sera dell'omicidio stavano facendo qualcosa di poco lecito e di aver sentito la ragazza dire alla vittima la frase “tutto a posto” poco dopo essersi allontanata per qualche istante. Dichiarazione che apre diversi dubbi quella di Muñoz, che agli inquirenti ha poi detto di aver preferito, quella sera, farsi i fatti propri.