E' possibile che sia stata sempre lì a meno di 500 metri dalla casa dove viveva la sua famiglia, sepolta sotto 2 metri di terra. Se sia o meno il corpo di Saman Abbas, la diciottenne pakistana sparita nel nulla un anno e mezzo fa dopo essersi ribellata alla famiglia, quello trovato dagli investigatore in un casolare diroccato a Novellara, saranno gli esami scientifici a stabilirlo. Ma intanto il fatto che a condurre gli inquirenti a quel rudere dopo mesi di ricerche senza esito sia stato lo zio di Saman, come sembrerebbe, è probabilmente ben più che un indizio. Il pakistano rinchiuso nel carcere di Reggio Emilia sarebbe stato accompagnato dalla Polizia Penitenziaria in quel casolare dove poi avvolti in un sacco nero sotterrato sono stati trovati resti umani. Per potere esumare e spostare il corpo sarà necessaria una perizia tecnica e a disporla dovrà essere la Corte di Assise davanti alla quale è già fissato per il prossimo febbraio il processo che vede indagati con le accuse di omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere, 5 parenti della ragazza, i genitori, lo zio e due cugini. Per poter avere la conferma si tratti del cadavere di Saman sarà necessario anche l'esame del DNA. La ragazza era scomparsa il 30 aprile 2021, in quelle stesse ore gli indagati erano fuggiti all'estero dove poi nei mesi successivi sono stati arrestati in Francia, Spagna e Pakistan. La madre di Saman al momento resta l'unica ricercata. Il casolare dove sono stati trovati i resti umani, racconta oggi chi risiede nella zona, era frequentato dai parenti maschi della giovane che lì andavano a bere alcolici. Quel rudere sarebbe anche compatibile con gli spostamenti immortalati dalle telecamere di sorveglianza, che il giorno prima della scomparsa di Saman, avevano ripreso i tre parenti con pale e attrezzi. Stando alle indagini la diciottenne sarebbe stata strangolata perché voleva vivere una vita diversa da quella che le imponevano le tradizioni familiari.























