La sua versione è poco credibile, ma è l’unica che ha fornito. Dal suo letto d’ospedale a Olbia, Dimitri Fricano continua a proclamarsi innocente. Ha un vasto ematoma sopra l’occhio destro. A parte questo, ricorda poco. Da ieri, è indagato per omicidio volontario. Un atto dovuto, fa sapere il suo avvocato, aspettando l’esito degli esami del RIS sull’arma del delitto e quello sulla compatibilità con un’aggressione delle sue ferite, affidato allo stesso medico legale che ha eseguito l’autopsia sul corpo di Erika Preti. L’esame ha confermato che sono state due coltellate alla gola a ucciderla. Due giorni fa, la coppia era in casa in questa villetta di Lu Fraili, poco lontano da San Teodoro, di due amici di Biella che lavorano in Sardegna e che, ormai da tre anni, li ospitava per una breve vacanza. Loro erano usciti, si erano dati appuntamento per una gita a Tavolara a mezzogiorno, alle 11:30 secondo il racconto di Fricano qualcuno si sarebbe introdotto in casa, forse per una rapina. Lui sarebbe stato colpito alla testa, non ricorda nient’altro. Non sa dire in quanti fossero, non sa cosa potessero cercare. Lei viene aggredita e colpita con lo stesso coltello che stava usando per preparare i panini. Fricano, a quel punto, sarebbe uscito di casa chiedendo aiuto. Il resto è nelle indagini dei Carabinieri. Oltre a lui, sono stati interrogati due amici. Erika e Dimitri, una coppia senza problemi, hanno raccontato, stavano insieme da otto anni. Mai una lite, nessuno screzio, facevano entrambi i commessi, amavano i viaggi, baci e sorrisi. Una coppia come tante.