"Non me lo sarei mai aspettato, da lui sinceramente, mai e poi mai". Michele Sebastiano, parla così del presunto mandante dell'omicidio di suo figlio Cristian, 42 anni, ucciso a pochi metri da casa lo scorso novembre, da due minorenni, due ragazzini di 14 e 15 anni, nel quartiere San Rocco di Monza. Giovanni Gambino, 43 anni, arrestato dai carabinieri dopo una lunga indagine, abitava in un palazzo vicino. "Con Giovanni che comunque erano molto legati, molto, molto. Qua lui o mio figlio a casa loro, ultimamente proprio, non c'era il rapporto che c'era prima, perché evidentemente anche mio figlio voleva staccarsi un po' da quella casa lì". L'agguato sarebbe avvenuto, dietro la promessa di un compenso, 2 mila euro, tanto sarebbe stato promesso, ai due minorenni. "Ma l'ha fatto perché sapeva che comunque Cristian, quel giorno c'aveva i soldi e l'ha fatto perchè sapeva, che comunque Cristian aveva appena ritirato, quindi è stata precisa la cosa. Anche perché purtroppo, mio figlio c'ha il vizio di dire: questo mese qua, ho preso gli arretrati, prendo 3 mila euro, che bello, così faccio qua, faccio là, è quello che l'ha rovinato". I soldi dietro a tutto, dunque. Il presunto mandante e i due adolescenti esecutori materiali del delitto, secondo quanto ricostruito, avevano contratto con la vittima, un piccolo debito di qualche centinaio di euro, per questioni legate alla droga. "I tossici ci hanno rovinati, rovinato mio figlio, cioè mio figlio ... non è mai arrivato fare quello, mai. Questi qua, pur di avere una pallina, facevano qualsiasi cosa. Erano proprio schiavi della cocaina, loro, schiavi, schiavi, schiavi. Il loro pensiero è sempre quello". Una dipendenza distruttiva, che ha causato la morte di un uomo, è che ha sconvolto per sempre, la vita di quattro famiglie.