È un racconto confuso quello che Giacomo Friso, 35enne di Villafranca Padovana, accusato dell’omicidio di Michael Boschetto, 32 anni, ha reso al giudice per le indagini preliminari nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto nel carcere Due Palazzi di Padova. Un racconto confuso, dal quale però, secondo gli inquirenti, emergerebbe la premeditazione del delitto, che potrebbe essere contestata al presunto assassino, aggravando così la sua posizione. Giacomo Friso è stato definito un soggetto problematico. Era da poco uscito da una comunità di recupero per tossicodipendenti e nei giorni precedenti all’omicidio si era presentato in un bar in stato confusionale con in mano un grosso coltello, presumibilmente lo stesso con il quale il 35enne sabato scorso, a Villafranca Padovana, avrebbe ucciso l’amico di infanzia Micheal Boschetto. Il presunto assassino ha dichiarato di aver incrociato il 32enne sotto casa, e di essersi difeso con il coltello perché aggredito dallo stesso Boschetto. La versione dell’uomo non avrebbe però convinto gli investigatori. Le testimonianze e gli elementi raccolti farebbero pensare ad un agguato, ad un'azione premeditata. Restano però i dubbi sul movente. Friso avrebbe parlato genericamente di vecchi dissapori risalenti all’adolescenza, senza fare riferimento a questioni in sospeso legate agli stupefacenti.