Omicidio volontario e non più preterintenzionale. Questa l'accusa di cui dovranno rispondere le furie che hanno ammazzato Willy. La posizione dei quattro arrestati, dunque, si aggrava. Per gli inquirenti i pugni e calci, la violenza contro Willi sono stati sferrati con la consapevolezza che potevano portare alla morte. Colpi ben studiati da chi è pratico di combattimento e non casuali. Il PM Luigi Paoletti ha cambiato il capo di imputazione, anche dopo aver visionato le testimonianze di coloro che il 5 settembre scorso erano davanti al bar Due di picche a Colleferro, vicino Roma. Per l'esito completo dell'autopsia ci vorranno 60 giorni. Secondo una prima valutazione sarebbe stato letale un cazzotto sul collo. Omicidio volontario, la cui durata della pena è di 12 anni a fronte di un codice che prevede una carcerazione da 21 anni all'ergastolo. Omicidio in concorso aggravato da futili motivi e dolo eventuale, che considera i delitti in cui l'aggressore accetta il rischio di causare la morte della sua vittima. Diverse le testimonianze. C'è chi ha indicato il maggiore dei due fratelli e chi Marco. Chiusa intanto la palestra di Lariano, dove i due fratelli si allenavano. Sequestrati telefonini dei quattro arrestati. C'è una cosa che non è chiara. Chi è il quinto picchiatore di cui parla Marco Bianchi.