Bandiere listate a lutto, nessuno slogan, è stato un corteo silenzioso quello che ha sfilato attraverso le vie del centro di Vercelli, per ricordare i cinque operai morti a Brandizzo travolti da un treno mentre stavano lavorando sui binari. Sciopero di otto ore nella provincia di Vercelli, la più colpita da questa tragedia, tre loro vivevano qui e qui ha sede la SI.GI.FER. l'azienda per cui lavoravano in appalto a RFI. Ci sono tutti i segretari confederali, durante la marcia a cui hanno partecipato più di 2000 persone. Maurizio Landini incontra in disparte alcuni familiari delle cinque vittime di Brandizzo, commozione e rabbia si abbracciano. "Bisogna togliere l'ipocrisia e intervenire sulle ragioni che hanno prodotto questa situazione e cioè il modo con cui si organizza il lavoro per le manutenzioni va radicalmente ripensato. Basta la logica dell'appalto, del subappalto, della logica del massimo ribasso, delle pressioni sui tempi alle persone, perché quello che sta emergendo anche dai racconti è che non siamo di fronte a un episodio, siamo di fronte ad un sistema che era un po' degenerato e che va assolutamente cambiato radicalmente". Cinque croci nere sotto cinque caschetti bianchi, si conclude così il corteo davanti alla prefettura di Vercelli, dove in un incontro istituzionale si parla ancora una volta di sicurezza sul lavoro. "Sul fronte delle indagini, acclarato che i lavori sui binari mercoledì sera sono cominciati prima dell'arrivo del nullaosta ufficiale, la procura di Ivrea vuole capire se questa sia un'eccezione o se invece fosse una prassi consolidata". Per accertarlo i PM stanno ascoltando dipendenti ed ex dipendenti della SI.GI.FER. poi toccherà di nuovo ai due indagati, il preposto di RFI al cantiere e il caposquadra, gli unici due superstiti.