Sarà l'autopsia a chiarire le cause della morte dell'operaio di 42 anni colpito dal taser utilizzato dai Carabinieri in Alto Adige. L'uomo lavorava in una ditta edile dell'Alta Val d'Isarco, avrebbe chiamato le Forze dell'ordine per segnalare una presenza all'esterno della sua stanza, ma una volta arrivati i Carabinieri si sarebbero trovati davanti una situazione ben diversa, con l'operaio fuori controllo. Da qui l'utilizzo del taser, che in un primo momento, secondo le testimonianze non lo avrebbe fermato, ma più tardi sarebbe arrivato il malore, forse un arresto cardiocircolatorio. Da qui si apre un capitolo, in realtà non per la prima volta, complesso, quello sul taser e sul suo utilizzo: può essere un alleato prezioso, alternativo alle armi o è uno strumento pericoloso e potenzialmente letale? L'uso del taser, o pistola a impulsi elettrici, da parte delle polizie di tutto il mondo è sempre più esteso. In Italia dopo la sperimentazione dal 14 marzo 2022 i reparti assegnati ai servizi di prevenzione generale e pronto intervento della Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza ne sono dotati in 18 grandi città. Ma come funziona? Quando viene azionata, la pistola, proietta come due piccoli dardi, collegati insieme tramite dei fili elettrici all'arma che al contatto con il bersaglio producono una scarica a bassa intensità di corrente che genera una momentanea paralisi dei muscoli. Secondo molti potrebbe rappresentare un rischio, per esempio, se impiegato su soggetti a rischio come chi, ad esempio, soffre di problemi cardiaci. Le opinioni e le ricerche sono diverse. Negli Stati Uniti, per esempio, Amnesty ha espresso forte contrarietà. In Italia, al momento, le opinioni rimangono contrastanti.