Costretto in stato di fermo in una struttura ricettiva alla periferia di Ostuni, Paul Haggis attende ora l'udienza di convalida per poter raccontare la sua verità, già anticipata se vogliamo, nelle poche righe affidate al suo legale italiano Michele Laforgia, nelle quali il regista canadese si dice innocente ed auspica la massima celerità di tutti gli accertamenti necessari a chiarire questa vicenda, letteralmente esplosa alla vigilia della prima edizione dell'Allora Fest, Festival Internazionale del Cinema di Ostuni. Il premio Oscar, che avrebbe dovuto prendervi parte insieme ad artisti del calibro di Jeremy Irons e Oliver Stone, era arrivato con largo anticipo nella città bianca dove era stato raggiunto dalla 30enne inglese che ora l'accusa di abusi e violenze. A raccogliere le confidenze della donna, che pare conoscesse bene Haggis, gli agenti della Polizia di frontiera in servizio nell'Aeroporto di Brindisi che avevano notato le precarie condizioni psicofisiche della trentenne, che mercoledì scorso lo stesso regista aveva accompagnato e lasciato all'ingresso dello scalo. Le violenze stando al suo racconto si sarebbero consumate all'inizio della settimana in diversi incontri all'interno di un b&b di Ostuni. Accuse pesanti e dettagliate che Haggis, già coinvolto in passato in vicende analoghe, si dice ora pronto a confutare.























