D’ora in poi le udienze saranno a porte chiuse per insetti, zanzare e gatti, che fino ad oggi sono stati ospiti fissi dei magistrati, e soprattutto saranno senza rischio alluvioni, surriscaldamento e crolli, ma non perché il Palazzo di Giustizia di Bari, dichiarato inagibile, sia stato ristrutturato, ma solo perché il Governo ha sospeso l’attività penale ordinaria dallo scorso 25 giugno, dunque nel capoluogo pugliese non si celebreranno più udienze penali, tranne quelli urgenti, relative a misure cautelari, sequestri e processi, con imputati in carcere o agli arresti domiciliari. Una decisione, questa, che di fatto ha reso inutile continuare a mantenere la tendopoli realizzata e utilizzata per oltre un mese, tendopoli che, su richiesta del Presidente del Tribunale, è ora in corso di smantellamento da parte della Protezione civile regionale. Tre tensostrutture erano, infatti, state installate lo scorso 26 maggio per celebrare le udienze di rinvio dei processi penali senza detenuti, una vera e propria cittadella della giustizia improvvisata, con tanto di totem con le indicazioni su fogli di carta, delle tre aule da campo e gazebo per i controlli dei carabinieri, un arredamento minimo con pochi tavoli e sedie all’interno delle tende, e un altro pezzo di carta ricordava che la legge è uguale per tutti, come è scritto in ogni altra aula di tribunale. Proprio a Bari, come prima uscita pubblica dopo la sua nomina, è arrivato il Ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, che ha promesso provvedimenti per una soluzione della vicenda, soluzione che si pensa di trovare attraverso una ricerca di mercato per l’individuazione di una sede unica da destinare agli uffici giudiziari e penali, in attesa della realizzazione del polo della giustizia nelle ex Casermette di Bari.