"Autosospensione con effetto immediato". Luca Palamara, risponde cosi alla bufera che si è scatenata su di lui. "Sono certo di chiarire i fatti che mi vengono contestati" dice, "il mio intendimento ora è quello di recuperare dignità e onore e di concentrarmi esclusivamente sulla difesa nel processo di fronte a tali infamanti accuse". Le accuse infamanti di cui parla l'ex Presidente dell'ANM sono legate alla corruzione. Palamara è sospettato infatti di aver portato avanti rapporti inopportuni, accettando soldi e regali con Fabrizio Centofanti, ex capo delle relazioni istituzionali di Francesco Bellavista Caltagirone, lobbista arrestato nel febbraio del 2018 per frode fiscale. In affari con gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore. Centofanti, Amara e Calafiore, sono coinvolti in un'inchiesta per corruzione e compravendita delle sentenze al Consiglio di Stato. Palamara, secondo le accuse, avrebbe ottenuto viaggi, vacanze, gioielli e soldi. In particolare i 40mila euro ricevuti per facilitare la nomina a procuratore capo di Gela di Giancarlo Longo. Nomina poi bloccata da Sergio Mattarella, presidente del CSM. "Su di me si stanno abbattendo i veleni della procura di Roma, ma ho tempra forte e non mi faccio intimidire. Sto chiarendo punto per punto tutti fatti che mi vengono contestati", dice Palamara, "perché, ribadisco che non ho ricevuto pagamenti nè regali, né anelli e non ha fatto favori a nessuno", chiarisce, sostenendo di aver portato le carte, a dimostrazione che viaggi e cene se le paga da solo. la Guardia di Finanza e i magistrati di Perugia hanno perquisito il suo ufficio in procura a Roma. Al vaglio ora ci sono i file contenuti in uno dei suoi PC.