Bare accatastate nei depositi, nei capannoni, sotto le tende, in attesa di sepoltura. Queste immagini le avevamo girate nel luglio 2020, le salme erano 500, un anno e un mese dopo sono più di 900. Con il caldo record di questa estate l'emergenza riguarda soprattutto le bare più povere: quelle che ospitano le salme dei senzatetto, quelle prive del rivestimento in zinco. Gli operai non vogliono essere ripresi ma ci mostrano i casi più gravi, le bare scoppiate, e la soluzione temporanea dei cassoni in zinco dove sono stati spostati alcuni corpi. Non basta una normale mascherina a sopportare l'odore e per i parenti delle vittime insepolte il dolore è ancora più grande. "Questo è mio marito e là è mio figlio. 29 anni, mio figlio, c'ha. Aspettano il posto da un anno, ci hanno detto, fra un anno. Erano nel capannone, perché c'era puzza nel capannone, là". "C'è un suo parente? Un suo familiare?", "Sì", "Da quanto tempo?", "Da sei mesi". Gli spazi sono esauriti sia in terra che in loculo. Chi non ha posto in una cappella di famiglia, ci spiegano, deve attendere anche mesi. Il Comune ha avviato, pagando a proprie spese, il trasferimento di una parte delle salme dal Cimitero dei Rotoli a quello di Sant'Orsola, dove i posti non mancano. Intanto la priorità è togliere le bare a terra in previsione di possibili temporali e per ricavare nuovi posti all'asciutto sono stati svuotati alcuni locali della Direzione. "L'Amministrazione di Palermo ha messo in campo tutta una serie di attività, volte a tamponare questa emergenza cimiteriale: un servizio di cremazione gratuito, loculi a basso costo, ma tutto questo ancora non è sufficiente. Dobbiamo uscire da questo incubo. Non la chiamerei più un'emergenza".