Un fiume rosso attraversa le strade del centro della città per Bike in Red. Ciclisti di ogni età e livello tecnico coordinati da una decina di associazioni, pedalano con addosso una maglia del colore diventato il simbolo della lotta ai femminicidi. "Bisogna dire basta alla violenza contro le donne". "La violenza va denunciata". Lungo un percorso di 25 km si fermano sotto i palazzi delle istituzioni. Palazzo delle Aquile, sede del comune, Palazzo Reale, sede del Parlamento regionale per chiedere che si faccia di più. "Per scongiurare di piangere altre vittime e, ahimè, quest'anno ci sono già cinque vittime, a fronte dei 106 del 2023". I ciclisti passano davanti ai monumenti del percorso arabo normanno, patrimonio dell'UNESCO. Tra loro ci sono tanti rappresentanti delle forze dell'ordine, uomini, donne, giovani, anziani, ciclisti dilettanti e professionisti. Fanno tappa davanti ai teatri. Suonano i campanelli per fare rumore, per fare sentire la propria voce. "Occorrerebbe sia denunciare e poi cercare di capire anche quali sono i segnali che fanno capire di essere davanti a un manipolatore, a una persona violenta". "Non tutti gli uomini sono così, nel senso che ci sono uomini che rispettano tantissimo le donne anzi, più di se stessi". La tappa conclusiva davanti al Tribunale dove vengono letti i nomi delle ultime vittime di femminicidio.