Si erano incontrati più volte nel salone di un parrucchiere senza sospettare di essere intercettati per discutere dei nuovi assetti nella gestione del traffico di droga nella zona di corso Calatafimi. Gli investigatori seguivano in particolare Salvatore Mirino, uno degli affiliati al clan che, appena uscito dal carcere, si era fatto avanti chiedendo e ottenendo dal boss Filippo Annatelli di affidare a lui la direzione dello spaccio e con il consenso e il benestare del mandamento di Pagliarelli il traffico era stato riorganizzato nelle sue varie fasi, con nuovi elementi incaricati di fornire lo stupefacente o riscuotere il denaro della vendita. Queste intercettazioni hanno permesso Ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo di arrestare 15 persone con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico, alla detenzione e alla vendita di droga con l’aggravante delle finalità mafiose. Un blitz che completa il quadro investigativo emerso dall'operazione Cupola 2.0 che nel 2018 aveva smantellato la nuova Commissione provinciale di Cosa Nostra palermitana. Con questa operazione abbiamo dimostrato come il traffico di sostanze stupefacenti sia ancora una delle attività principali di Costa Nostra per garantirsi l’afflusso di denaro per la gestione delle attività della compagine criminale. La droga, come confermano gli investigatori, rimane il principale affare della mafia e la fonte di sostentamento essenziale per le famiglie dei detenuti, sempre più numerosi dopo gli ultimi blitz.