Si diceva i tempi antichi quando si asciugano in dialetto, quando si asciugano (incomprensibile) tutti mariti. Le palate cioè le lastre di marmo della Vucciria, erano sempre bagnate per l'acqua che cadeva dai banchi del pesce racconta Andrea che di aneddoti da narrare ne ha tanti e davanti alla pescheria della famiglia che esiste da 120 anni ricorda i tempi d'oro del mercato pieno di gente, di quando le pescherie oggi solo due erano 30 e di quando Guttuso non riusciva a dipingere, tanta era la folla. Guttuso, si deve figurare era messo la io mi ricordo da bambino, su una sediolina, essendoci troppa confusione dove ha dipinto il mezzo maiale, lui ha comprato il mezzo maiale ha fatto le cose del quadro, quelle che vedete il fruttivendolo, il pescivendolo ma maiale lo ha portato a casa e lo ha dipinto a casa. Il folclore tra le luci accese, i murales tra sacro e profano, il colore sulle serrande che restano abbassate, suscitano malinconia, agli occhi di chi la osserva dall'esterno ma ben più forte è la rabbia di chi qui non riesce più a vivere. "U purparu ra vucciria" Al tentacolo è il suo locale ma è chiuso. E' chiuso perchè non c'è nessuno ho pagato le tasse non vendo perchè la gente non scende. Ma lei cosa fà prepara il polpo? Si io faccio anche il pesce fritto, il pesce grigliato. Che triste la Vucciria? Eravamo degradati e con il corona virus siamo stati più degradati. Sono vuoti anche i tavoli dei bar della movida di cui tanto si è discusso per la folla di lunedì sera a inizio di fase due. Senza turisti, lo storico mercato nel cuore di Palermo rischia di sparire. Perché se non ci sono i turisti, almeno per noi della Vucciria è la fine. Qua si parla solo di Vucciria notturna, l'unico argomento di cui si discute è la movida. Però del mercato e di quello che era non interessa a nessuno.