Si sente meglio Papa Francesco e non rinuncia a portare conforto ai detenuti. È un appuntamento a cui tiene in maniera particolare e nonostante il tempo non sia dei migliori, decide di andare al carcere di Regina Coeli. Giovedì Santo, generalmente questo appuntamento culmina con la lavanda dei piedi, ma Bergoglio sa che questo è un anno particolare e non può farlo. Ma la sua presenza è forte, un simbolo di speranza. I detenuti lo accolgono urlando il suo nome e gridando libertà. È provato Papa Francesco al termine della visita circa 30 minuti e in una calca di giornalisti riesce a rispondere anche sorridendo alla domanda sulla sua salute. Come sto? Seduto, dice, ma si fa serio quando parla del carcere. "Ogni volta che io entro in questi posti mi domando perché loro e non io". Parole che aveva ripetuto anche in occasione dell'apertura della Porta Santa nel carcere di Rebibbia, il 26/12 scorso alla vigilia della Pasqua non può mancare però la domanda su come viva nelle sue condizioni questo appuntamento fondamentale per la cristianità. "La vivo come posso". La voce è molto flebile e il volto affaticato, come sottolinea anche il cappellano del carcere presente all'incontro. La faccia molto stanca. Questo è un po' l'immagine fisica che si riceve, ma poi quello che quest'uomo trasmette come Papa, anche da un punto di vista umano, è qualcosa di unico, pensare che, Giovedì Santo il Papa in carrozzella con uno stato di salute così particolare, viene a salutare i detenuti. .