Sono le radici il filo conduttore di questo viaggio del Papa nell'astigiano e quando Francesco arriva davanti alla Cattedrale ci sono migliaia di persone ad aspettarlo, tanta gente che ha le sue stesse radici. Tra chi lo aveva atteso entusiasmo e commozione poi nella Chiesa il Papa rincontra la cucina Carla da cui il giorno precedente era andato a pranzo per festeggiare i 90 anni della donna. Attorno a lei ci sono anche gli altri suoi parenti ed è proprio citando le sue radici piemontesi che il Papa argentino inizia l'omelia. "E da queste terre mio padre è partito per migrare in Argentina e in queste terre, rese preziose da buoni prodotti del suolo e soprattutto dalla genuina laboriosità della gente, sono venuto a ritrovare il sapore delle radici." Ma le radici che ci accompagnano sono anche quelle della fede, aggiunge subito Francesco. Il Papa in questa Messa sembra mostrare una nuova consapevolezza. La Chiesa da lui guidata in terra è in crisi, fatica ad affascinare i giovani. Serve riscoprire le radici della fede per tornare a infiammare il cuore, a mobilitare la vita. Vediamo le crisi di oggi, dice, il calo della fede, la mancanza di partecipazione. "Come voi vedete la maggioranza sono vecchi come io. Ci vogliono preti giovani." E all'Angelus Francesco fa ancora un appello per l'Ucraina. "Stiamo vivendo una carestia di pace, pensiamo a tanti luoghi del mondo flagellati dalla guerra, in particolare alla martoriata Ucraina." E torna a parlare in piemontese, la lingua delle radici. Mi ha fatto proprio piacere incontrarvi. State bene, dice in dialetto, strappando applausi e risate. " A tutti direi che a la fame propri piasì e augurarvi ch'a staga bin." E l'ultima tappa di questa visita nel suo Piemonte è qui allo stadio comunale, 1.300 bambini sono arrivati per dargli un saluto con il loro allegrissimo chiasso.























