Unità, non uniformità. La regola di vita deve essere l'unità. Papa Francesco parla in udienza, davanti ai fedeli e affronta un tema fondamentale per la Chiesa, guardando anche agli errori del passato. "Non è una cosa facile, sono tante le tentazioni di voler imporre il proprio modello di vita, come se fosse il più evoluto e il più appetibile. Quanti errori sono stati compiuti nella storia dell'evangelizzazione, volendo imporre un solo modello culturale. La uniformità. La uniformità, come regola di vita non è cristiano. L'unità sì, uniformità no! A volte non si è rinunciato neppure alla violenza pur di far prevalere il proprio punto di vista. Pensiamo alle guerre, no?". Sono parole forti: violenze, uniformità, errori. Essere cattolici vuol dire, dice Papa Francesco, rispettare la provenienza culturale di ognuno. No all'imposizione di una cultura dominante, no al fondamentalismo, che come ieri ancora oggi è contro ogni novità. Occorre, dice, una visione dinamica anche della tradizione, un linguaggio comprensibile. I linguaggi passati infatti, oggi non sarebbero compresi, ricorda davanti ai fedeli in Aula Paolo VI. E salutando i pellegrini polacchi, ricorda l'anniversario dell'elezione di San Giovanni Paolo II, il 16 ottobre del '78, la cui vita, ha detto Bergoglio, è stato un chiaro esempio di libertà cristiana.