A Carpi Papa Francesco arriva in anticipo, quasi avesse fretta di incontrare le popolazioni vittime del terremoto del 2012 in Emilia. Saluta dalla papamobile le ventimila persone nella Piazza dei Martiri, la terza più grande d’Italia, ma altre cinquantamila sono per le strade e davanti ai maxischermi disseminati in città per seguire la messa, che Bergoglio celebra davanti al duomo colpito dal sisma e riconsacrato la settimana scorsa. Celebrazione intensa. A portare le offerte all’altare c’è anche una migrante arrivata minorenne su un barcone. Omelia che commenta il Vangelo del giorno, la Resurrezione di Lazzaro. “Anche voi qui siete risorti dalle macerie”, dice Francesco. “Se nella vita si tiene stretta, come fa un bambino con il padre, la mano di Gesù, si riescono ad affrontare le prove dell’esistenza, anche le più dure”. Nel pomeriggio seconda tappa a Mirandola, epicentro del sisma, e davanti al duomo, che non è ancora agibile, si rivolge alla popolazione, che ascolta commossa. “Le ferite sono state guarite. Sì, sono guarite. Ma rimangono e rimarranno per tutta la vita le cicatrici. Guardando queste cicatrici, abbiate il coraggio di crescere e far crescere i vostri figli in quella dignità, in quella fortezza, in quello spirito di speranza, in quel coraggio che voi avete avuto nel momento delle ferite”. Termina così la giornata del Papa sul luogo del terremoto e la gente continua ad assieparsi lungo le strade per questo Pontefice che è venuto a fare memoria di quanto è successo, del dramma, ma anche a incitare alla speranza e alla ricostruzione.