Lasciate che i bambini vengano a me, dice Gesù nel vangelo domenicale che il Papa commenta. Ma essere i piccoli amati da Gesù, spiega Francesco, non dipende solo dall'età. Tra loro ci sono anche migranti e carcerati. "Chi cerca Dio lo trova lì, nei piccoli, nei bisognosi. Bisognosi non solo di beni, ma bisognosi di cura, bisognosi di conforto come i malati, gli umiliati, i prigionieri, gli immigrati, i carcerati. Lì è Lui, nei piccoli. Ecco perché Gesù si indigna. Ogni affronto fatto a un piccolo, a un povero, a un bambino o a un indifeso è fatto a Lui". E proprio delle condizioni dei carcerati parla Francesco dopo la preghiera dell'Angelus. Si dice addolorato per i terribili scontri tra bande rivali avvenuti nel carcere di Guayaquil, in Ecuador. 118 i morti, moltissimi i feriti. Una terribile esplosione di violenza, la definisce. "Dio ci aiuti a sanare le piaghe del crimine che schiavizza i più poveri e aiuti quanti lavorano ogni giorno per rendere più umana la vita nelle carceri". Infine un appello per il Myanmar, l'ex Birmania, che Bergoglio visitò tra mille difficoltà quattro anni fa. "Le mani di quanti la abitano non debbano più asciugare lacrime di dolore e di morte".