Ci sono 200 vescovi riuniti per l'assemblea annuale della CEI, ed è, come ormai accade da anni, il Papa ad aprire i lavori. Ma per un equivoco Bergoglio crede di parlare a porte chiuse, mentre invece è in corso la diretta via internet. "Ci sono i giornalisti?" "Penso di no" "No?" "Giornalisti non ci sono" "Ecco, se parlo...da questo momento" "Siamo solo noi, Santità" "Benissimo, posso parlare libero adesso" É così il Papà scherza con i vescovi sul fatto che l'assemblea si svolge in un grande albergo di Roma, di quelli dove si fanno anche i concorsi di bellezza. "Quando sono entrato mi è venuto in mente un cattivo pensiero. Scusatemi, ma questa cosa è un assemblea dei vescovi o un concorso per eleggere il vescovo più bello? Perché qui si fanno dei concorsi mondiali". Poi si fa serio e prima che la diretta internet si interrompa bruscamente, Francesco segnala le sue principali preoccupazioni per la Chiesa italiana, i tre temi, dice, che gli gli stanno a cuore. I tribunali ecclesiastici, per i quali è prevista una visita di due giudici rotali. I seminari, serve una formazione migliore per i futuri sacerdoti e un miglior discernimento su cui si fa entrare. E il prossimo Sinodo della Chiesa italiana, per il quale chiede di far partire i lavori dal basso, dalle comunità cristiane e dalle parrocchie. Un Sinodo a lungo rimandato ma che Bergoglio aveva già chiesto anni fa, nel 2015 a Firenze, indicando già allora le linee guida su cui si sarebbe dovuto svolgere. E Bergoglio tira le orecchie ai vescovi. "Nella CEI succede anche. L'amnesia. Perdiamo la memoria di quello che abbiamo fatto. E poi andiamo avanti. E una delle cose sulla quale abbiamo perso la memoria è Firenze".