"Assolve De Donno Giuseppe, Mori Mario e Subranni Antonio, dalla residua imputazione loro ascritta, per il reato di cui al capo A, perché il fatto non costituisce reato". I pezzi dello Stato, che erano alla sbarra per la presunta trattativa con la mafia, all'indomani delle stragi del '92, sono stati assolti. L'ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell'Utri, per non aver commesso il fatto. Gli ex ufficiali del Ros, il Prefetto Mario Mori, Giuseppe De Donno ed il Generale Antonio Subranni, perché il fatto non costituisce reato. Il Giudice di Appello, ribalta quasi completamente la sentenza di Primo Grado, nella quale Marcello Dell'Utri, era stato definito il "Trade Union" tra Cosa Nostra e la politica. Parzialmente riformata la condanna per il boss Leoluca Bagarella al quale sono stati inflitti 27 anni di carcere, invece di 28. Confermata quella per Antonino Cinà, a 12 anni. L'accusa era quella di minaccia al Corpo Politico dello Stato. Questa sentenza dimostra che la presunta trattativa, tra Stato e mafia è una bufala, commenta Basilio Milio, legale del Prefetto Mario Mori. "Questa sentenza, ripaga tutti noi, di una fatica immane, di sacrifici enormi per confutare i pregiudizi della sentenza di Primo Grado e anche di squallidi attacchi personali, nei miei confronti. Finalmente, per l'ottava volta, i Giudici di questo Paese, hanno detto che la trattativa, non esiste, è una bufala". Soddisfazione anche per i legali di Marcello Dell'Utri. "Disfatto, commosso e un peso che lui e noi ci togliamo, ma ripeto, è una soddisfazione anche perché vediamo che il Sistema Giudiziario funziona. L'ho detto anche in discussione, gli anticorpi della democrazia, si sono attivati, ecco". "Vi aspettavate questo ribaltamento?" "Lo auspicavamo, poi l'esito delle sentenze, è sempre rimesso a un giudice, quindi aspettarselo è un altro discorso. Lo auspicavamo e abbiamo lavorato, fermamente, in questa direzione". Nessun commento dalla Procura, in attesa di leggere le motivazioni della sentenza.