Si facevano pagare dagli extracomunitari per rilasciare il permesso di soggiorno. Questa è l’ipotesi d’accusa che, dopo una complessa indagine della squadra mobile di Milano, ha portato all’arresto di quattro poliziotti, all’epoca dei fatti in forza all’Ufficio immigrazione della Questura, e tre cittadini stranieri considerati complici dei funzionari. Sette persone in tutto ritenute a vario titolo membri di un’organizzazione finalizzata alla corruzione. In pratica, agevolavano il rilascio del permesso di soggiorno di lungo periodo, considerata l’anticamera della cittadinanza, in favore di persone extracomunitarie prive dei necessari requisiti di legge, il tutto previo pagamento di rilevanti somme in contanti o altre utilità materiali. Stando a quanto scrive il GIP di Milano che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare, gli agenti avevano eletto come sistema di vita e metodo di sistematica integrazione dello stipendio il ricorso a queste condotte illecite. Secondo quanto appurato durante l’indagine partita nel 2013, i casi di corruzione sarebbero oltre 100 e i poliziotti percepivano da un minimo di 500 euro a un massimo di 5.000 per il rilascio di ciascun permesso di soggiorno. Nell’ambito della stessa operazione è stata sequestrata anche una villa del Settecento in provincia di Milano intestata alla moglie di un poliziotto.