"Quindi andò lì, gli parlavano cercò di parlargli anche Pertini, con quella sua voce: Alfredino rispondi! Mi senti? Come faceva lui." "É stato lì, parecchie ore, troppe ore, l'attenzione era su di lui, certo lui era spinto da una causa nobile dall'essere lì, da confortare i genitori poter stringere a se Alfredino ma in realtà la sua presenza era soltanto una presenza ingombrante, come lo erano tutte le altre presenze allora. E quell'ingombro metteva ancora di più in luce l'impreparazione, l'improvvisazione di quella operazione." "Sapeva che la sua presenza avrebbe aumentato il senso, diciamo, di responsabilità di chi stava facendo i soccorsi e avrebbe dato anche impulso a quei soccorsi, perché nulla fosse intentato. Purtroppo nemmeno la sua presenza riuscì a combinare qualcosa, a portare Alfredino fuori da quel buco." "L'Italia in quel momento era al suo nadir, al suo punto più basso, lo Stato italiano aveva poca e nessuna credibilità, è difficile per qualcuno oggi, che non c'era, immaginare cosa volesse dire uscire dagli anni di piombo. Pertini intervenendo qui ha confermato, ha fatto quello forse che tu ti si aspettavano da lui perché era l'unica figura credibile, e quindi anche se ha commesso un errore posso capire perché lo ha commesso e comunque lui e si è sentito in dovere di partecipare di essere presente.".