Sono in troppi fuori dal loro habitat: in alcune zone d'Italia la presenza di cinghiali è addirittura 5 volte superiore a ciò che un ecosistema potrebbe sopportare naturalmente. Il piano nazionale per l'abbattimento selettivo è pronto. A Roma dove i casi sono saliti a 6 con l'emergenza sono scattate misure di contenimento per evitare il contagio in tutti i parchi della zona rossa della capitale, 65 km di riserve naturali dove gli avvistamenti di cinghiali a carcasse di animali diventano sempre più frequenti. "Qui siamo proprio al centro della zona rossa che è stata istituita il 7 maggio, questo è l'ingresso del Parco dell'Insugherata, qui sono stati trovati i casi di cinghiali affetti da peste suina, vedete c'è una pattuglia della Polizia municipale che evidentemente controlla l'ingresso perché, come vedete, è vietato fare picnic all'aperto, eventi, causare assembramenti, dare cibo, avvicinare e disturbare cinghiali, nel caso in cui qualcuno avvisti un cinghiale morto moribondo questo è il numero: 803555 da chiamare per segnalare. Questo è il Parco dell'Insugherata, è una zona verde, è un parco, è una riserva naturale, una delle cinque che fanno parte della zona rossa che è stata istituita. Nell'attesa, probabilmente già nelle prossime ore, che possa arrivare una nuova ordinanza per decidere, oltre alle misure di contenimento, l'eventuale decisione di abbattimenti selettivi oltre che, nel caso di qui a Roma, di aumentare, estendere la zona rossa anche oltre i confini del raccordo anulare. Ad attirare gli ungulati nei centri abitati è la presenza continua di rifiuti per strada, per questo il XV Municipio confinante con il parco ha fatto partire gli interventi per le postazioni anticinghiale per la raccolta di rifiuti nelle vie che costeggiano l'Insugherata.