Dopo aver navigato sulle acque del Tamigi è sbarcato sulle nevi di Sestriere, a 2035 metri d’altitudine, il mortaio gigante, 6 metri per 8, icona della nuova campagna di comunicazione della Regione Liguria che ha scelto il pesto, eccellenza della sua gastronomia, per attrarre nuovo turismo e battere il record del 2023, già cospicuo, di 16 milioni di visitatori. "Con questa campagna comunichiamo che la Liguria non è solamente la spiaggia, il mare, che sono ovviamente bellissimi, ma sono cultura, tradizione, enogastronomia, profumi, colori, sapori. E il pesto più di ogni altra cosa rappresenta tutto questo, rappresenta il verde del basilico, il profumo di quella pianta, rappresenta la sapiente tradizione di tante persone che in casa ancora oggi con il loro mortaio e il loro pestello fanno il pesto, rappresenta quel sapore che ti resta nelle narici e in bocca quando lasci la Liguria". E allora, ecco la salsa più famosa nel mondo mentre viene preparata nel mortaio di pietra. Origini medievali, il pesto ha trovato la sua consacrazione ad inizio 800, con una ricetta che negli anni si è perfezionata. "La ricetta tradizionale prevede 7 ingredienti: il Parmigiano Reggiano, il pecorino Fiore Sardo, i pinoli italiani, il sale grosso delle saline di Trapani, l'aglio di Vessalico ma, soprattutto, l'olio extravergine di oliva ligure e il basilico genovese D.O.P. Sono i 7 ingredienti che ci danno, diciamo, la miglior riuscita di un pesto genovese". Un intero weekend di musica, show cooking, pattinaggio e sci, qui a Sestriere, per seconda tappa di Pesto Masterpiece of Liguria. Un abbraccio, con la bellezza delle montagne olimpiche, per celebrare un gemellaggio tra due comunità da sempre molto vicine. "Mare e monti, si suol dire, ed è così. Il pesto è salito a Sestriere, le montagne olimpiche ospitano molte collettività della Liguria che hanno anche casa qui da noi e quindi è il modo giusto per trasmettere, a livello turistico, un connubio unico: le bellissime spiagge liguri e le montagne olimpiche e i prodotti agroalimentari relativi, perché siamo veramente in condizione di vendere nel mondo un prodotto unico.