Nel corridoio della scuola c'è un cartellone con la scritta benvenuto in tutte le lingue del mondo. Poco più avanti l'elenco dei nomi degli alunni di questa classe. Sono tutti stranieri, perché qui, nel terzo circolo di Piacenza, ci sono anche classi frequentate da molti alunni che non hanno la cittadinanza italiana. "Per i bambini che hanno qualche difficoltà linguistica ci sono dei progetti individualizzati, per cui loro seguono un percorso diverso, fino a quando riescono poi ad agganciare la classe, diminuire il gap e quindi poi si procede tutti insieme". Il 74% degli alunni della scuola primaria proviene da Paesi come il Camerun, il Bangladesh, l'Honduras, il Ghana, ma anche l'Ucraina e l'Albania. Su cinque classi formate da 108 bambini, 80 di loro sono stranieri. Il numero cresce considerando, anche la scuola dell'infanzia, così si supera, e di molto, il tetto del 30% di presenza straniera in classe previsto dalle direttive ministeriali in vigore. "Chiediamo l'ufficio scolastico territoriale la deroga per andare oltre al 30%, normalmente viene concessa, perché comunque sono ragazzini ai quali bisogna garantire il diritto all'apprendimento. Noi dobbiamo assolutamente accoglierli e li integriamo perfettamente". "E la soluzione, ovviamente, non può essere quella di prendere e spostare alunni da una parte o dall'altra, ma deve essere quella di utilizzare, di prendere atto di questa caratteristica e di cercare di gestirla al meglio". I genitori, pur con qualche perplessità, non si sono tirati indietro. "All'inizio c'era sicuramente un po' di, così, non dico di apprensione, ma devo dire che poi, in brevissimo tempo, in realtà tutte le attività che gli insegnanti fanno, la qualità degli insegnanti e del personale scolastico, e tutte anche le attività collaterali, ci hanno completamente convinto." E con il mese del Ramadan cosa succede? I bambini di genitori di fede islamica, che sono molto osservanti, ritirano i propri figli nell'orario della mensa scolastica, ci dice il preside, in modo che possano saltare il pasto, ma poi vengono riportati a scuola dopo pranzo. "Ne avete alunni che frequentano? o molte assenze?" "Abbiamo più assenze che durante i giorni normali, ma non tantissime". Si punta così all'inclusione, con la presenza di culture diverse che possono convivere insieme e diventare una ricchezza per tutti.