Questo rettangolo di tecnologia che i ragazzini hanno in mano è un'enorme opportunità e nel contempo una fonte di grandissimi rischi. Crediamo di lasciarli al sicuro in casa, con un telefono in mano, tranquilli e invece è come se li abbandonassimo nel cuore della notte nel quartiere meno raccomandabile della città. Nella maggioranza dei casi in Italia il primo smartphone viene regalato a 10 anni ma sempre più spesso arriva anche a 8 o 9 anni. Da questa consapevolezza nasce l'idea di un patentino per poterlo usare. Il progetto è stato fortemente voluto dalla regione Piemonte, riguarda al momento i ragazzi delle scuole medie. Qui ad Asti, nell'Istituto Comprensivo Jona, sono interessate tutte le prime, con i professori che insegnano agli alunni un uso consapevole del mezzo e li mettono in guardia dai pericoli più subdoli. "Spesso e volentieri si chatta, si conoscono persone, sembra tutto facile, tutto bello, ma al di là del dispositivo ci sono persone che utilizzano questo strumento per poter adescare o avvicinarsi ai ragazzini che sono ancora immaturi, incapaci di rendersi conto del pericolo". "Che cos'è che non devono fare i ragazzi?" "Sicuramente i ragazzi non devono entrare troppo in confidenza con persone che si spacciano per amici ma non si sa chi siano. Non inviare foto, soprattutto foto intime, personali, non dare informazioni riguardanti la vita privata, in particolar modo dare informazioni che riguardano la propria privacy, codici, password e non accettare incontri". "I ragazzi hanno quasi tutti un profilo social?" "Non tutti ma parecchi si, l'hanno già e lo utilizzano in modo molto libero e ed è una cosa normale per loro". I professori vengono a loro volta formati per poter rilasciare questi patentini che funzionano e hanno il formato, come vedete, di una classica patente di guida, con la possibilità anche di essere ritirata nel caso in cui i ragazzi compiano infrazioni. "I professori vengono formati da personale esperto e interviene la polizia postale e il servizio delle dipendenze dell'Asl di Asti per quanto riguarda i rischi connessi all'uso della rete e pericoli come cyberbullismo o pedopornografia, e l'Arpa per quanto riguarda i rischi della salute legati alle onde elettromagnetiche". "Fondamentale comunque il coinvolgimento delle famiglie, al di là della scuola" "È fondamentale perché senza coinvolgimento delle famiglie il percorso formativo non ha valore".