"È impensabile pensare come noi vivevamo prima delle stragi. Questo è tentato con i film, tentato la televisione, ma è difficile spiegare che noi non negavamo la mafia ma negavamo la pericolosità, guardavamo dall'altra parte, delegavamo a loro anche con un po' di fastidio. - Pensateci voi alla mafia però non ci rompete le p***e con le sirene. Fate voi, possibilmente lontani da noi. - Come fai a raccontare tutto ciò. Poi come fai a raccontare il vedere la classe politica palesemente collusa ma era lì, immobile, intoccabile. No, non è facile." "Quindi oggi deve prevalere l'ottimismo di certi familiari delle vittime, come Tina Montinaro che dice che dobbiamo cercare di guardare avanti e puntare sui giovani oppure la rabbia di altri familiari, vedi Fiammetta Borsellino che urla ancora la sua richiesta di verità." "No, bisogna fare tutt'e due. Bisogna arrabbiarsi però è ingiusto secondo me pensare soltanto alla loro morte. Bisogna anche pensare, però non dimentichiamo la loro vita cosa hanno fatto in vita perché noi il cambiamento l'abbiamo avuto non solo grazie alla loro morte ma soprattutto grazie a quello che hanno fatto in vita. E se il cambiamento c'è stato nella nostra vita, perché c'è stato, poi se tu gli dici a un palermitano - Palermo è cambiata - dice - sì, vabbè il gattopardo, l'immondizia - però è palese, è evidente che è cambiato perché la vita che fa un bambino di 2 anni non la facevo io, magari l'avessi fatto. È un'altra Palermo checché ne dica il pessimista palermitano, non è il paradiso, e siccome questa cosa mi porta gioia perché non manifestare questa gioia. Questi erano dei visionari, dire negli anni 70 sconfiggo la mafia, voglio combattere la mafia era da folli. Eppure grazie a questa follia noi siamo qua in libertà. Più liberi di prima, posso girare un film a Palermo senza pagare il pizzo, posso aprire un negozio a Palermo senza pagare il pizzo. I mafiosi dicono non andate in quel negozio perchè non ha il mio pizzo. Possiamo festeggiare, dobbiamo festeggiarlo perché dobbiamo cambiare anche linguaggio. Io sono nato nel 72, questa è la cosa veramente triste del trentesimo anniversario, e ho realizzato che sono nato 27 anni dopo la Seconda Guerra Mondiale. La Seconda Guerra Mondiale per me è una cosa lontanissime che studiavo nei libri storia. Oggi, se nasce un bambino oggi, la strage di Capaci sarà come la Seconda Guerra Mondiale per me. Falcone come Churchill. Capisci che ci dobbiamo preparare a questo cambiamento.".