"Quanti pazienti avete trattato con la pillola antivirale, la cosiddetta pillola anti-Covid e quali sono stati i risultati fino ad oggi?" "Dai primi di gennaio ad oggi abbiamo trattato circa 250 persone con Covid paucisintomatico nei primi giorni di malattia con i due farmaci antivirali che abbiamo a disposizione. I risultati sono stati molto buoni". "Quali sono i pregi e i limiti della pillola anti-Covid?" "I pregi sono sicuramente il fatto che si possono assumere per bocca e la somministrazione orale è sicuramente molto più maneggevole e vantaggiosa di quella endovenosa. Altro vantaggio è che questi farmaci sono attivi a prescindere dalle varianti, contro tutte le varianti che noi conosciamo perché non risentono della variabilità della proteina spike. Il limite principale è temporale. Per essere efficaci devono essere assunti entro 5 giorni, meglio ancora se entro 3 giorni". "Le pillole anti-Covid vengono utilizzate ancora poco rispetto al quantitativo acquistato dal nostro paese e il rischio è quello di trovarci, tra qualche mese, con migliaia di confezioni ini scadenza?" "Ma, abbiamo somministrato in Italia finora circa 20mila trattamenti di questi farmaci antivirali e come lei diceva in realtà gli ordinativi, gli acquisti sono molto più alti e quindi consentirebbero di trattare molte più persone. Si deve velocizzare e anche sburocratizzare il percorso dell'interazione tra ospedale e territorio. Oggi queste persone per poter beneficiare di questa terapia devono venire in ospedale, in centri come il nostro che sono degli ambulatori ospedalieri ben attrezzati, però per una terapia orale forse anche la medicina territoriale può svolgere questo ruolo".