La pirateria audiovisiva è un reato, ma purtroppo è diffuso come un passatempo. Nel 2016 quasi quattro italiani adulti su dieci hanno fruito illecitamente di film, serie e programmi televisivi: 669 milioni gli atti di pirateria che hanno causato all’industria audiovisiva un danno di 686 milioni di euro, sono dati della nuova ricerca Federazione antipirateria audiovisiva Ipsos. La percentuale di spettatori abusivi sale tra i giovani: nella fascia di età 10-14 anni, uno su due è un pirata. La nuova frontiera della pirateria è digitale con un aumento al 78% mentre è in netta diminuzione l’acquisto di DVD contraffatti. Questi i numeri, ma va sottolineato anche l’atteggiamento. Solo un pirata su quattro ritiene di compiere un gesto grave. Inoltre, anche se l’82% è a conoscenza del fatto che la pirateria sia un reato, il 57% ritiene improbabile di essere scoperto o sanzionato. Per arginare questa clandestinità, che produce forti danni all’economia e la perdita di oltre 6.500 posti di lavoro, i rimedi più evocati dagli esperti sono oscuramento dei siti, multe e denunce, ma anche prevenzione culturale e un sistema di valide alternative per poter acquistare legalmente film e serie tv.