Un doppio flash mob per ricordare Pasquale Apicella, l'agente di 37 anni ucciso mentre cercava di sventare un furto in banca. Uno davanti alla Questura di Napoli, l'altro davanti al commissariato di Secondigliano dove lavorava. Guardia di Finanza e Carabinieri hanno voluto omaggiare così, con un saluto commosso, la memoria del poliziotto ucciso dal mortale impatto della volante una Seat Leon co, l'Audi A6 dove viaggiava la banda dei quattro rapinatori. Auto molto robusta, che procedeva contromano a grande velocità. Viene descritto da chi lo conosceva come un uomo dal grande senso del dovere sul lavoro, legatissimo alla sua famiglia e con la passione per i tatuaggi. Lascia una moglie e due figli. Tanti anche i messaggi di cittadini e i fiori lasciati davanti al cancello del commissariato di Secondigliano. Quello che colpiva era il suo attaccamento al lavoro, la sua voglia di operatività. Era un grande operatore di volante, in prima linea perché la volante arriva prima in ogni intervento. Illustra forse la prima rappresentazione che il cittadino ha della polizia, quella che denuncia, appunto, la vicinanza, la presenza. Pasquale incarnava lo spirito del poliziotto di azione, sempre per strada. Intanto è durata una manciata di ore a Napoli la folle fuga dei complici dei due rapinatori che hanno travolto l'auto della polizia, dopo aver tentato di sradicare un bancomat. La squadra mobile ha chiuso il cerchio in pochissimo tempo. La banda era composta da quattro stranieri, tutti vivono in un campo rom nel napoletano. La dinamica ricostruita fin qui è questa: l'A6 nella sua corsa sfrenata sperona una prima volante e poi contromano si scontra violentemente con la seconda volante che sta intervenendo, dove Apicella viaggia con un collega lievemente ferito. Per lui, invece, l'impatto è fatale. Il motore che si nota a terra sulla scena dell'omicidio è proprio quello dell'auto della polizia.