Dureranno alcuni giorni, le operazioni di demolizione degli edifici in via Porro, al civico 10, a Genova. Quattro i palazzi che verranno abbattuti in tutto, sotto i colpi di una gru in azione nel cantiere est del ponte Morandi. Dal punto di vista tecnico, per i lavori si procederà con il metodo meccanico, con l’utilizzo, cioè, di apposite pinze. Niente esplosivo, dunque, come era stato previsto. Le abitazioni che si trovano sotto il ponte, nei giorni scorsi sono state svuotate di tutti i beni che gli sfollati hanno portato via e sono state bonificate dalle parti in amianto. Sono giornate cruciali queste, è l'ultimo atto per un quartiere che esisteva da prima che il Morandi fosse costruito. La preoccupazione degli abitanti, per le polveri che possono disperdersi nell'aria però resta, per questo vengono impiegati getti di acqua nebulizzata. L’esplosivo verrà utilizzato solo in occasione dell'abbattimento dei monconi che restano del Morandi, ovvero per i piloni 10 e 11. Le operazioni finali avverranno intorno al 24 giugno, data indicata dal Sindaco, il Commissario per la ricostruzione, Marco Bucci, il giorno della festa di San Giovanni Battista, patrono di Genova. Nell'ex Cava dei Camaldoli sono stati eseguiti i test sugli esplosivi e sui loro effetti. Sono prove necessarie queste, per individuare le misure da adottare, per limitare le ricadute sull'ambiente durante l'abbattimento. L'acqua anche in questo caso sarà la soluzione, verrà versata dall'alto, da vasche collocate in cima ai piloni, dai lati sparata da appositi cannoni e anche dal basso. Sarebbero previste circa 500 microcariche e tre o quattro quintali di dinamite, per far esplodere in una manciata di secondi, gli ultimi resti del Morandi.