Sono le 11:36 del 14 agosto 2018, a Genova piove a dirotto, la visibilità è bassa e c'è poca gente in giro. Una delle telecamere di sorveglianza della Ferremetal, azienda che tratta i rottami in metallo, inquadra Ponte Morandi dal basso, si vede passare un primo camion, poi un secondo e, improvvisamente, la struttura del viadotto cede. La pila 9 si accartoccia su se stessa, abbattendosi al suolo e uccidendo 43 persone. Il pilone, l'impalcato e gli stralli si sbriciolano in pochi secondi. Per gli inquirenti questa è la prova regina perché mostra la dinamica del cedimento. L'ipotesi più accreditata, secondo gli investigatori, è che abbia ceduto per primo lo strallo, cioè il tiranti in ferro e cemento, a sinistra, lato Sud. Si tratta del miglior video del crollo che la Procura ha a disposizione, è rimasto inedito fino ad oggi, poi è stato diffuso dopo essere stato depositato tra gli atti del secondo incidente probatorio. In una nota Autostrade risponde che, secondo i suoi consulenti tecnici, il video non chiarisce le cause del crollo perché non inquadra tutti i componenti essenziali del ponte, ma mostra solo la cinematica del cedimento. Intanto già sabato è cominciato il primo sopralluogo di periti e consulenti sui resti delle pile 10 e 11 fatti implodere venerdì scorso. Bisogna decidere in fretta quali reperti conservare perché utili al processo e quali smaltire. In queste immagini vediamo da vicino le macerie che vengono costantemente bagnate con cannoni d'acqua per evitare che possano sprigionare polvere. Solo dopo la scelta i materiali inutili potranno essere smaltiti per lasciare spazio alla ricostruzione anche sul versante Est.