Ponte Morandi, l'attesa per l'implosione

27 giu 2019
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Serrande abbassate, negozi chiusi, silenzio e poca gente in giro. Il quartiere di Certosa aspetta così l'abbattimento del moncone est di ponte Morandi, ultimo e più clamoroso atto della demolizione del viadotto crollato il 14 agosto scorso. C'è chi scatta un'ultima foto e chi, come Giovanni, è venuto qui a vedere il ponte per l'ultima volta. “Sono un po' emozionato, abbia pazienza, anche perché l'ho visto costruire quando ero giovane e lavoravo all'Italsider. Adesso lo vedo sparire non per una causa, perché ne fanno uno nuovo più più comodo eccetera, ma lo rifanno perché purtroppo è successa una tragedia, 43 persone ci hanno lasciato la vita”. Gli avvisi affissi sui palazzi spiegano come avverrà l'evacuazione. 3.400 persone, quelle che abitano nel raggio di 300 metri dal moncone, dovranno abbandonare le case dalle 7:00 alle 22:00. Previsti otto centri d'accoglienza, ma molti andranno da parenti e amici. “Non son contento per niente perché mette a disagio mia moglie che lavora alla Coop e io sono idraulico, ho problemi a fare tutti questi giri. Però prima si risolve questa cosa e prima si riapre questa via che è molto importante per i cittadini”. Gli artificieri piazzano le ultime cariche. Sono in corrispondenza di questi sacchetti arancioni pieni di sabbia. Esploderanno in rapida e studiata successione. Siamo saliti sul tetto del palazzo più vicino al moncone est di ponte Morandi. Siamo in piena “zona rossa”, ma da questa prospettiva è ben visibile che cosa accadrà tra poche ore, alle 9:00 di venerdì mattina. La prima ad implodere sarà la pila 11, quella che resta ancora attaccata all'autostrada. Cadrà verso la pila 10, che è proprio di fronte come vedete. La pila 10 collasserà qualche frazione di secondo dopo cadendo verso sinistra. Quegli enormi cumuli bianchi di materiale inerte serviranno ad attutire l'urto e le vibrazioni, mentre quelle reti verdi alte 12 metri cattureranno l'enorme quantità di polvere sprigionata dall'esplosione. Le polveri sottili e l'amianto preoccupano i residenti. Queste centraline dell'ARPAL monitoreranno per tutta la giornata la qualità dell'aria. Solo quando si tornerà nei livelli standard si potrà rientrare in casa, nel giorno più lungo dopo quel 14 agosto.

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