Un residence totalmente da abbattere per fare spazio a quello che dovrebbe essere il pilone del lato siciliano del Ponte sullo Stretto di Messina. Più di 400 villette che si affacciano sul mare, quasi 1.000 persone che ci abitano e che in tutti questi anni si sono battute per dire no all'esproprio. Adesso, dopo l'ok arrivato dal CIPESS e dopo l'annuncio del Ministro dei Trasporti Matteo Salvini che ha parlato dell'apertura dei cantieri nei suoi piani già forse a ottobre, i residenti annunciano battaglia. "Noi saremmo quelli più danneggiati. Non è che abbiamo intenzione di demordere o di diminuire, di rallentare, diciamo, le azioni, soprattutto anche legali che si avvieranno dopo questa firma del CIPESS, perché sono pronti montagne di ricorsi sia sul piano tecnico, perché esperti di indubbio valore ci hanno spiegato in questo tempo che il Ponte tecnicamente ha delle problematiche di difficilissima soluzione. Loro parlano già di avviare i lavori, quando non c'è ancora un progetto esecutivo. Quindi dalla nostra parte abbiamo tante carte ancora e tanta speranza. Diciamo, con assoluta chiarezza: non siamo disposti a cedere di un millimetro". Ma a rischio non ci sono solo i residenti che avrebbero un indennizzo con un surplus rispetto al valore delle abitazioni, ci sono anche gli abitanti e gli esercenti di Capo Peloro, una delle spiagge più belle di Messina. Qui non sono previsti espropri e quindi nemmeno indennizzi. Ma la zona sarebbe impattata inevitabilmente dai cantieri e tutto rischierebbe di sparire. "Sarà sicuramente un delirio per noi che viviamo di queste piccole attività. Sicuramente subiremo un grave colpo economico. Anche perché la possibilità di arrivare qua sarà veramente difficile". "Tra l'altro qui, in teoria al momento, non avreste nessun tipo di indennizzo perché non siete interessati ad espropri". "Esatto, anche quello. Te l'ho detto, sarà un dissanguamento per tutti. Però, vediamo quello che succede". E intanto a ridosso di Ferragosto i traghetti fanno la spola tra le due sponde in maniera regolare e senza attese sui moli. .























