La povertà fa un balzo in avanti e tocca il record dal 2005. Eccola la vera pesante eredità della pandemia, oltre 5 milioni e mezzo di persone in povertà assoluta, 1 milione in più rispetto a un anno fa. Un italiano su dieci si trova in grave difficoltà economica, i dati più aggiornati dell'ISTAT parlano chiaro, la povertà assoluta è in crescita sia per oltre 2 milioni di famiglie, sia per gli individui che si attestano a 5,6 milioni. Si azzerano i miglioramenti registrati nel 2019 ed emerge una crescita della difficoltà più ampia al nord che al sud. Single e anziani restano le categorie meno esposte al rischio impoverimento che colpisce soprattutto le famiglie numerose, in crisi sempre più spesso i nuclei familiari in cui il capofamiglia non è disoccupato, ma ha un lavoro da operaio o autonomo. Secondo l'ultimo rapporto della Caritas delle quasi 550.000 persone di cui la realtà caritativa della Chiesa italiana si è occupata dal primo settembre 2020 al 31 marzo 2021, quasi una su quattro viene definita un nuovo povero, cioè in pratica non si era mai rivolta prima alla rete Caritas. Dal maggio 2020 ad oggi, cioè nell'ultimo anno, si sono rivolti alle Caritas quasi 454.000 nuovi poveri. Ed ecco in quali settori economici la pandemia ha colpito più duro: ristorazione, settore turistico-alberghiero, esercizi commerciali, attività culturali, artistiche e dello spettacolo. Aumentano i bisogni fondamentali come il lavoro o la casa, accanto ad essi Caritas segnala l'aumento di bisogni altrettanto importanti, quelli inerenti alla sfera formativa e al disagio psicosociale, che colpiscono soprattutto le donne, gli anziani e i giovani. E un preoccupante aumento della rinuncia all'assistenza sanitaria non legata al Covid e delle violenze domestiche.