La replica è arrivata puntuale: nell' headquarter milanese del gruppo Tod's, Diego Della Valle, presidente e AD del colosso del lusso, nel mirino della Procura di Milano per un presunto caso di caporalato, non intende rimanere silente perché, così spiega ai giornalisti riuniti d'urgenza in conferenza stampa, facciamo del male al made in Italy. L'accusa per la quale il PM, Paolo Storari, ha chiesto di disporre l'amministrazione giudiziaria è aver agevolato colposamente uno sfruttamento nella catena produttiva delle aziende del gruppo marchigiano. Siamo persone perbene, dichiara Della Valle senza nascondere un forte disappunto, persone per le quali i valori etici sono un fatto determinante. "Abbiamo sempre fatto delle questioni del welfare, della qualità dei nostri prodotti e della vita dei nostri lavoratori, ne abbiamo sempre fatto una questione primaria. Ma soprattutto, e questo è il punto, noi non possiamo denigrare il made in Italy con questa facilità. Io al procuratore di Milano, che ho letto che si chiama Paolo Storari, lo invito a venire a trovare le nostre aziende. E poi voglio vedere se dopo che ha visto le aziende si possono ancora avere delle idee così abbastanza, definiamole, bizzarre". Nei mesi scorsi, prima di Tod's, che ricordiamo non è formalmente indagata, altri cinque brand del lusso, tra cui Loro Piana, sono stati messi sotto inchiesta e tutti dallo stesso procuratore. Il problema è nella catena della filiera, ma si può controllare? "Bisognerebbe parlare con i nostri responsabili dei controlli perché abbiamo una divisione che si occupa di questo. Io credo che arrivare troppo in fondo non è il nostro mestiere e non lo sappiamo fare. Noi possiamo tutelarci con il nostro interlocutore primo, con obblighi da rispettare, contratti da firmare e controllare quello che fanno. Già il secondo livello comincia ad essere un problema serio. Ci vogliono le autorità competenti, non noi". Servono dunque delle leggi urgenti che permettano di lavorare bene, controlli attenti, fatti però senza quella superficialità e leggerezza, dice Della Valle, che rischiano di rovinare la reputazione di un'azienda ma anche di tutto il made in Italy, facendo molto male al nostro paese. .























