Pazienti fragili, bisognosi di dialisi, un primario accusato di lucrare su di loro e un imprenditore che avrebbe corrotto il medico perché mandasse i malati a curarsi nella sua clinica. Ogni paziente valeva 3000 euro. È questo lo spaccato che emerge dalle indagini della squadra mobile della Questura di Roma, che ha arrestato per strada il primario nefrologo del sant'Eugenio Roberto Palumbo, mentre incontrava l'imprenditore Maurizio Terra, e, secondo l'accusa, intascava una mazzetta da 3000 euro. Adesso si indaga per capire se vi siano stati altri episodi e quanti. I due sono stati arrestati con l'accusa di corruzione, ma il quadro su cui si concentra la procura è più ampio. Sono 14 gli indagati medici per lo più al centro strutture e cliniche private per dialisi. È il primario Palumbo, che secondo i magistrati avrebbe orientato i malati, a curarsi in queste strutture in cambio di denaro e utilità. Uno degli indagati avrebbe raccontato di aver consegnato al primario 700 mila euro, non solo, nella denuncia parla di un appartamento per il dottore auto di lusso, boutique, carte di credito e infine dell'assunzione della fidanzata. Un'inchiesta che gira attorno ad una delle cose più preziose per le persone la salute. Il primario, tramite il suo avvocato, fa sapere di essere estraneo ai fatti. .























