Rosaria infermiera da 34 anni è qui per sua scelta, il poliambulatorio specialistico di via Ippocrate cambia volto e diventa oggi ambulatorio covid. Solo qui in 8 ore sono stati eseguiti 114 tamponi, ma la fase 2 a Milano porta con sè i ricordi dello tsumani che ha travolto gli ospedali della città. Mi è rimasta nel cuore una signora che ha perso il proprio coniuge a seguito di questa pandemia, era molto preoccupata per la sua sorte e anche quella dei suoi figli e quindi il momento in cui è venuta a fare il tampone è stato il momento in cui si è confidata con noi e ha cercato il nostro conforto. E' il primo giorno dopo mesi che a fare i tamponi sono quei pazienti segnalati dai medici sentinella che non sono riusciti ad avere prima una diagnosi certa o che devono avere la certezza di avere sconfitto il virus. Tramite l'Ats di Milano ci vengono inviati nominativi di cittadini che hanno effettuato la quarantena e necessitano di essere sottoposti a tampone. Sara lavora tra sale operatorie territorio da vent'anni, da marzo ad oggi ha effettuato migliaia di tamponi. Noi all'inizio come infermieri non potevamo trattenere delle persone che potevano essere potenzialmente positivi e quindi l'ascoltavamo meno rispetto a quanto loro avrebbero avuto bisogno di sentirsi supportati, però cercavamo nel breve tempo possibile, dell'esecuzione del tampone di ascoltarli e cercare di dare delle indicazioni che potevano essere valide per loro e potesse servire per la vita di tutti i giorni. Incontriamo di sfuggita i pazienti, nessuno ha voglia di parlare. Escono per la prima volta dopo settimane se non mesi, c'è chi ha perso uno dei genitori, chi ha avuto sintomi leggeri, chi deve rientrare al lavoro. Tutti hanno voglia di lasciarsi tutto questo alle spalle,