Primo maggio, sindacati ad Assisi per la pace e il lavoro

É un quadro complicato quello attuale, con l'inflazione che sale, così come le bollette, mentre i salari restano fermi. Lo scontro tra Confindustria e il ministro del lavoro Orlando su come difendere il potere di acquisto dei salari dall' aumento dell'inflazione è lo specchio di posizioni distanti. Vorrei dire che non sono alternative. Il taglio sul cuneo fiscale noi lo proponemmo 5 mesi fa; è la politica che fece altre scelte. Oggi il tema si ripropone. Insieme a questo, è necessario dare la possibilità ai salari e alle pensioni di recuperare il potere d'acquisto. Questo lo si fa anche rinnovando i contratti. L'inflazione è una tassa iniqua subdola che colpisce soprattutto le fasce deboli della nostra società. Ecco perché il Governo è chiamato ad affrontare questa emergenza. É maturo il tempo per aprire un dialogo, un confronto trilaterale governo associazioni datoriali sindacati per negoziare un nuovo e moderno patto sociale. Il lavoro è anche quello che non c'è, di chi l'ha perso, di chi non l'ha mai avuto e di chi proprio di lavoro muore. Gran parte delle riflessioni di questa giornata sono dedicate proprio a quella che è un'emergenza. Tre morti bianche in media ogni giorno. Le ragioni sono legato anche al fatto che c'è un livello di precarietà nel lavoro che non ha precedenti e siamo di fronte alla logica dell'appalto, del subappalto, al massimo ribasso. Rimettere al centro la qualità del lavoro significa, non solo lamentarsi e dire che non si può morire sul lavoro, ma c'è bisogno anche di atti concreti. Al lavoro per la pace: lo slogan della manifestazione. Ad Assisi, una scelta simbolica e, in questo momento storico, non casuale. Non possiamo non continuare a sperare nella possibilità che la diplomazia faccia dei passi. Ecco anche in questo senso, e che ci siano, ci sia la capacità di mettersi seduti a un tavolo a ragionare su quale futuro vogliamo dare al mondo.