Stefano Cucchi è stato picchiato da due Carabinieri la notte dell'arresto ed è morto a seguito di quelle botte dopo sei giorni. Finalmente sentire la parola "colpevoli", quella verità che noi sapevamo dall'inizio, ma non veniva fuori, per dieci anni è stata nascosta. Stasera finalmente è venuta fuori e Stefano inizia a riposare in pace. È stata una delle emozioni più forti, devo dire, mie professionali guardarla negli occhi oggi e abbracciarla. Sì, è veramente una grande soddisfazione aver dato alla mamma di Stefano Cucchi questa sentenza. Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro sono stati condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale, interdetti dai pubblici uffici. Cade, invece, l'accusa per Francesco Tedesco, assolto dall'accusa di omicidio preterintenzionale, ma condannato a due anni e mezzo per falso, insieme all'allora Comandante della Stazione Appia, dove avvenne l'arresto, Roberto Mandolini. La difesa ha annunciato Appello. Una condanna di grande amarezza, che non ha accolto la richiesta di questa difesa e la superperizia che avevo chiesto all'esito della discussione. Ed è questa la grande amarezza. Delusa, perché è provato che il nesso di causalità tra la lesione e la morte non c'è. Ritengo che non si possa pagare per un omicidio che non si è commesso. La verità arriva nell'aula bunker di Rebibbia dopo dieci anni, sette processi e tre gradi di giudizio. Un pensiero e un ringraziamento a Riccardo Casamassima, che oggi era qui in udienza al nostro fianco, e a sua moglie Maria Rosati, che sono stati i primi che indossando una divisa hanno con coraggio, dobbiamo dirlo, tolto quel muro di omertà. Non dimenticheremo mai che si è affermato che Stefano Cucchi era morto di fame e di sete. Questo noi non lo dimenticheremo. Era morto da solo, che poteva anche non essere ricoverato in ospedale. Poteva stare anche a casa sua e sarebbe morto comunque. Questo noi non lo dimenticheremo. Giustizia è stata fatta.