Non corruttore, ma semmai, parte offesa. Vittima lui stesso di tentativi di ricatto da parte delle ex ospiti delle serate ad Arcore. Prova a ribaltare la ricostruzione della Procura di Milano in un'aringa fiume l'avvocato Federico Cecconi, legale di Silvio Berlusconi nel processo Ruby Ter in cui l'ex premier è accusato di corruzione in atti giudiziari insieme con altre 28 persone che devono rispondere, a vario titolo, anche di falsa testimonianza. Parla del meccanismo minaccia che ottieni la difesa del leader di Forza Italia, di quei tentativi di estorsione che avrebbero messo in atto alcune cosiddette olgettine, approfittando della generosità di Berlusconi che si era offerto di aiutare le ragazze in difficoltà per via degli impatto mediatico della vicenda. Poi, la richiesta di assoluzione. "Riteniamo non siano elementi tali da giustificare alcuna forma di profilo di responsabilità in grado a Silvio Berlusconi, per tutte le molteplici imputazioni di quasi un anno fa con imputazioni riscontrate. Credo che un'unica formula si imponga per tutte perché il fatto non sussiste". A rafforzare la richiesta di assoluzione, dice il difensore, è la stessa ordinanza di quasi un anno fa con cui i giudici dichiararono inutilizzabili le dichiarazioni delle ragazze nei due procedimenti precedenti: Ruby 1 e Ruby Bis, cancellando così di fatto, sottolinea le altre presunte false testimonianze, e, come conseguenza, l'accusa di corruzione. Poi, l'auspicio rivolto agli stessi giudici che la sentenza si basi sul codice penale e non su quello morale.