Avrebbe pianificato di uccidere Chamila Wijesuriya, 50 anni, trovata morta al parco nord di Milano, e Hani Nasr, accoltellato ma sopravvissuto, entrambi colleghi in un hotel quattro stelle vicino alla stazione centrale. Emanuele De Maria, 35 anni, secondo la Procura che ne ha disposto l'autopsia, avrebbe premeditato tutto prima di lanciarsi dal Duomo, con in tasca la foto della donna strappata dalla carta d'identità e una ciocca dei suoi capelli. La paura di Chamila era stata solo iniziale, quando il detenuto era stato assunto nell'hotel, mentre stava scontando 14 anni per aver ucciso una donna nel 2016. Lo racconta il marito. "Era preoccupata quando ha cominciato il lavoro lì questo ragazzo. Sì era preoccupata. Mia moglie era amica tutti. Con colleghi un ottimo rapporto". Amica anche di Nasr che dall'ospedale avrebbe chiarito agli inquirenti i rapporti affettivi tra i due. Aggredito probabilmente per aver dissuaso Chamila a frequentare il detenuto. Le sue parole sono importanti per chiarire la dinamica scandita da immagini e telefonate. De Maria e Chamila appaiono alle 15:13 di venerdì: sono filmati mentre entrano nel parco. Il marito la chiama più volte. "Io ho chiamato alle 15:20 e ho parlato con mia moglie. Dopo non ho potuto più parlare. Mi raccontava che stava uscendo dalla palestra. Cosa che sto capendo adesso: non era in palestra. In qualche maniera lui ha tirato fuori mia moglie". Con il suo telefono l'uomo chiama la madre confidandole di aver commesso un errore. Il legale del suicida, Daniele Tropea, ha ribadito che l'uomo meritava di lavorare all'esterno del carcere, visto il percorso svolto dopo che la posizione era stata valutata dall'area educativa di Bollate e dal magistrato di sorveglianza e che mai avrebbe immaginato che potesse infrangere alcuna regola. Il caso è ora al vaglio del Ministero della Giustizia. .