"La mafia è una cosa feroce, è una cosa vigliacca, che infetta il tessuto sociale di questa terra da un secolo e mezzo". Agli studenti del liceo Gonzaga il Procuratore Capo di Palermo spiega che cos'è la mafia e risponde alle domande sulla cattura di Matteo Messina Denaro. "Il punto di svolta c'è stato nel momento in cui sono state captate alcune conversazioni in cui si faceva riferimento a una possibile malattia del latitante. E questo induce a una riflessione di sistema. E cioè all'importanza che hanno le intercettazioni nelle indagini contro le organizzazioni mafiose. O c'è qualche mafioso che smette di essere mafioso e inizia a collaborare con la giustizia oppure è lo Stato, sono le forze di Polizia che devono entrare nei siti, nella testa dei mafiosi ascoltando delle conversazioni con gli strumenti che la tecnologia ci offre". Ribadisce l'importanza delle intercettazioni e dei collaboratori De Lucia e poi spiega che cosa si intende per borghesia mafiosa. "Il fatto è che una latitanza come questa davvero si è fondata su una serie di aiuti, di amicizie, eccetera.. che non sono quelle del picciotto del quartiere ma di persone che pur diventando apprezzati professionisti continuano ad essere anche soggetti dialoganti con le mafie. Questo pezzo di cosiddetta società civile riconsente alla mafia di continuare a sopravvivere. Si illude di poter ottenere dei benefici che prima poteva ottenere ma che oggi sono molto più difficili da ottenere perché in campo c'è anche lo Stato". La lista delle domande è lunga. Anche per ragazzi così giovani che non hanno vissuto in prima persona gli anni delle stragi la cattura del boss ha segnato un punto di svolta. "Quando è arrivata la notizia ho pensato dentro di me: wow è un momento davvero importante".