Ore 8:00, i quattro medici della notte smontano, sono arrivati oltre 30 pazienti e ce ne sono ancora 13 da ricoverare, tre sono in area Covid, solo uno con polmonite, altri tre sono ancora in attesa ma sono codici bianchi. Alle 8:30 arriva la vittima di un incidente stradale, le sue condizioni sono gravi. Seguiamo le operazioni nella shock room, è tutto veloce ma impegna oltre 10 tra medici e infermieri. Alle nove meno dieci è stabile e al suo posto arriva un uomo con un'intossicazione. In media ogni 5 minuti entra un nuovo paziente nel Pronto soccorso del Niguarda, circa 300 ogni giorno, ma di questi sono il 5,5% sono urgenze vere. Gli altri? "Noi abbiamo circa un 50-60% di accessi che stimiamo che potrebbero essere valutati, visitati sul territorio ma questo non avviene per tante ragioni". Ci spostiamo al triage. Qui c'è una signora con un dolore ad una gamba da una settimana, un ragazzo che vuole una prescrizione ed un altro giovane con la febbre da giorni. "È ritornato ad essere il caos di prima, il sovraffollamento. Dobbiamo risolvere tanti problemi che magari il territorio, per qualche difficoltà, non riesce a sopperire alle necessità di queste persone". Le ore passano ma l'imbuto si stringe, tre pazienti che hanno bisogno di cure che non trovano altrove, e i reparti che hanno sempre più difficoltà a dimettere pazienti anziani o condizioni difficili. Qui ci spiega il direttore del Pronto soccorso. Per ovviare alle lungaggini c'è un sistema operativo che collega tutto: "Ogni reparto sa quale paziente, in qualche modo, è destinato a lui oggi. Vedendo cosa c'è in Pronto soccorso, e secondo la sua programmazione, inserisce sullo stesso sistema le disponibilità di letti". In questo Pronto soccorso non c'è bisogno di ricorrere ai turni delle cooperative, ma la carenza dei medici nei Pronto soccorso è evidente ovunque. Rossella Guerrieri lavora qui da più di vent'anni ... ... una specializzanda al quarto anno. È molto complicato lavorare come medico d'emergenza urgenza ci raccontano, a 30 anni come a 50. "La maggior parte dei medici di Milano, semplicemente, si dividono il numero delle ore e quindi non c'è differenza di età". "Per tutti i 40 anni di fatto di lavoro richiedono turni notturni, richiede turni nel weekend, non si può incrementare, diciamo, lo stipendio con lavori privati o ambulatoriali".