Pronto soccorso sovraffollati, pazienti in attesa addirittura per giorni che si liberi un posto letto nei reparti. Un'emergenza, l'ingorgo, che torna ciclicamente, dovuta a diversi motivi, uno fra tutti. "Il fenomeno del cosiddetto boarding. Ovvero i pazienti dopo essere stati completati in pronto soccorso devono essere soltanto ricoverati e non c'è posto letto e quindi rimangono a nostro carico dentro i locali del pronto soccorso". Nel Lazio secondo le stime manca almeno il 15% dei posti letto nei reparti rispetto alla programmazione. Situazione aggravata negli anni dalla chiusura e dagli accorpamenti degli ospedali. Ma se alla mancanza di posti letto si aggiunge la cronica carenza di medici e infermieri, tutto diventa più difficile. "Con una media nazionale di 4 mila e più medici che mancano, ogni mese ne mancano 100, ne perdiamo ancora altri 100". Nell'intera Regione Lazio mancano circa 350 medici. Finalmente qualcosa però si muove. Firmato un protocollo tra Regione Lazio, cittadinanza attiva e SIMEU, la società di medicina di emergenza-urgenza. È il primo protocollo del genere in Italia, con obiettivi a breve e lungo e medio termine. "Tendiamo insieme alla regione e alla cittadinanza attiva a eliminare, pian piano del tutto, questa assistenza inappropriata dentro i pronto soccorso di malati che hanno bisogno di iniziare immediatamente il percorso specialistico". Altro obiettivo immediato è trasformare gli specializzandi in nuovi medici. Consentire loro una formazione reale dentro il pronto soccorso e non solo. "Ci saranno degli incentivi anche economici. Questo è un po' più complicato a livello nazionale, ci vuole il livello nazionale, ma anche a livello aziendale qualcosa si può fare con gli incarichi e con i fondi di disagio".