Lasciati a casa aratri, erpici e seminatrici, i trattori scendono in piazza solo con il tricolore. Qui ad Alessandria sono in presidio fisso da una settimana, appena fuori dal centro, fermi ma pronti a partire, ci dicono. Perché le loro imprese stanno morendo. Lo gridano all'Europa e al Governo con un'organizzazione, a volte improvvisata con scarso coordinamento tra i vari gruppi ma autonoma, che tiene per ora fuori e a distanza, le sigle sindacali che dovrebbero rappresentarli. "Chiediamo alla Comunità Europea di rifare, ripensare alla politica greening che hanno fatto, dove addirittura c'è la questione di lasciare a riposo i terreni per vent'anni, che non ha senso, ma come le altre normative che investono nei pannelli fotovoltaici. Noi pensiamo che nel terreno si debba produrre il cibo e non altre cose". La protesta andrà avanti ad oltranza. Sabato qui ad Alessandria è previsto un incontro in prefettura con il governatore del Piemonte Alberto Cirio. Ci andrà una delegazione, ma gli agricoltori vogliono che il Presidente della Regione venga da loro dove sono in presidio "E schiereremo i nostri trattori ma questa volta rischieremo con spandiletame e carri spandiliquame, in più durante tutto il presidio oltre ai trattori abbiamo sempre imbandito una tavola con i nostri prodotti, le nostre mogli, le nostre famiglie portavano prodotti per noi e a disposizione di chiunque veniva in presidio. Abbiamo offerto cibo gratis per tutti. Oggi questo tavolo è vuoto a simboleggiare che se le nostre aziende muoiono anche il tavolo del consumatore può essere vuoto, o comunque non ci potrà più essere il cibo che produciamo in Italia che è un cibo sottoposto a regole molto più restrittive rispetto all'estero".