Il viaggio lunghissimo. A bordo cibo bevande e tanta voglia di riscattare un settore che, a loro dire, è svilito e penalizzato. Ed ecco che la protesta degli agricoltori, dopo aver attraversato il nord e il sud del paese, si trasforma in un'unica grande marcia su Roma, che entro giovedì vedrà confluire nella capitale la bellezza di 1500 trattori da tutta Italia. Uno dei presidi più corposi è in zona Nomentana, appena fuori dal Grande Raccordo Anulare, dove si sono radunati circa 400 mezzi provenienti da Pescara, Val di Chiana e Grosseto. "Non chiediamo risorse in più, noi vogliamo guadagnare con il nostro lavoro. Ci sono tanti altri temi da affrontare e da risolvere, sia la tassazione sul nostro comparto, il prezzo dei prodotti, i costi di produzione perché anche la speculazione che stiamo vedendo in questi anni, dopo il Covid e durante la guerra in Ucraina, ci sta colpendo fortemente e non ce la facciamo più. Non ce la facciamo più e andremo chiudere le nostre aziende in tempo 2-3 anni veramente". I dettagli sono ancora da stabilire ma l'idea sarebbe quella di far scattare la mobilitazione giovedì, una volta che tutti i mezzi avranno raggiunto i diversi punti di raccolta attorno alla capitale. Poi, probabilmente venerdì, manifestare a Roma con un corteo di trattori che sfilerà per il centro della città. A meno che sedersi intorno a un tavolo dia qualche frutto.